Due giorni e una notte

Intorno a me il cielo e il mare mi lasciano intravvedere una bella giornata. Mi sento avvolto da un tepore morbido e carezzevole; l’orizzonte limpido e sgombro di nuvole e imbarcazioni mi trasmette un di fiducia di serenità. Tutto è talmente calmo che si percepisce a stento il rumore qualche timida onda, che riesce a smuovere delicatamente dei sassolini sulla battigia. Forse, quando Liszt scrisse “Au lac de Wallenstadt” dedicandolo a suo figlio, avrà magari provato lo stesso stato d’animo.
Sciolti gli ormeggi col motore al minimo, inizio la navigazione e, trovandomi comodamente seduto nel pozzetto, ho modo di riandare con la memoria alle molte sensazioni provate allora. Ripenso alle prime uscite in barca, agli amori e agli avvenimenti che delle vacanze rappresentano il lato fantastico: vivi la magia del momento e in un batter d’ali tutto è finito. Solo Shakespeare, per esempio nella Tempesta, riesce a darti la sensazione che anche tu, spettatore o lettore che sia, stai proprio vivendo l’esperienza di quella Tempesta.
Per quanto debba bordeggiare ancora per un giorno e mezzo fino a raggiungere il nuovo ormeggio, devo poter navigare nelle migliori condizioni possibili.
Calasso nelle “Nozze di Cadmo e Armonia” scrive “Fu l’unico amante che, al divenire acqua dell’amata, accettò di essere acqua lui stesso. “ così mi sento per le poche miglia rimaste.
Assisto su una spiaggia lontana ad un’accanita discussione di quattro gabbiani, che poi volano via ciascuno per proprio conto… e mi arrovello su un pensiero di J. S. Bach trovato su internet: “La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori.” Fra poche ore saliranno a bordo i miei cari amici Andrea Donato e Andra Lalle. Con loro la navigazione sarà più lieta e prepareremo e tireremo a lucido la barca per farla vedere a tutti.